Luglio – Agosto 2017
L’ARMINUTA di Donatella di Pietrantonio
L’arminuta, la ritornata. Una ragazzina che stranamente s’accorge di avere due mamme, una biologica e una adottiva. Inizia così una storia con questa ragazzina che da un giorno all’altro perde tutto, una casa confortevole, le amiche, l’affetto incondizionato dei genitori adottivi. Per l’Arminuta comincia una nuova vita in una casa piccola, fratelli dappertutto e cibo a volte scarso. In questa dramma per fortuna c’è Adriana con la quale divide tutto, compreso il letto e i momenti difficili di grande sofferenza e sconforto. Ciò nonostante col tempo riuscirà a ritrovare se stessa e dare un senso alla propria vita.
Commento del gruppo dei lettori
Premesso che in occasione del festival letteratura ogni lettore ha scelto un libro di suo gradimento, mi limito a fornire una interpretazione dell’unico testo che ho letto appassionatamente. E’ scritto molto bene e con tanta delicatezza capace di governare una storia incandescente. E’ un romanzo appassionante e avvincente che al contrario di altre letture ti cattura sin dall’inizio, in quanto tocca sentimenti e sensibilità molto profondi. La protagonista non ha un nome, ma da tutti viene chiamata l’Arminuta, la ritornata. Nata ad una famiglia molto modesta, viene affidata sin dall’inizio a una famiglia di zii senza figli, che per diverso tempo li chiamerà mamma e papà e che le possono offrire un futuro confortevole e felice. Passano alcuni anni e qualcosa cambia. La mamma diventa di salute cagionevole, per questa o per altra ragione la bambina viene rispedita nella famiglia d’origine. Non si comprende se respinta o richiesta dalla genitori naturali. Il rientro diventa per lei traumatico. Ignara di notizie riguardanti la “nuova” famiglia, viene accolta con indifferenza da altri fratelli di cui non era a conoscenza e dagli stessi genitori , talmente preoccupati da non procurarle un letto. Dovrà dividere quello di sua sorella Adriana, assieme alla sua pipì notturna. La sua vita viene completamente stravolta in questa nuova casa, con sovraffollamento, spazi ristretti e scarsa intimità. Incredula continua a chiedersi per quale ragione sua zia-mamma l’ha riconsegnata alla famiglia naturale, consapevole di quello che le sarebbe accaduto, compresa la freddezza dimostrata al suo rientro. Intanto pur nelle ristrettezze, il legame con Adriana si consolida sempre di più, tanto da rappresentare il suo sostegno e il suo rifugio nelle situazioni critiche, compreso il comportamento di un fratello che tenta addirittura di insidiarla, data la persistente lontananza che aveva scalfito il rapporto di fratellanza. Stanca e speranzosa in un richiamo della sua mamma adottiva, parlandone con la sorella Adriana scopre che la zia non è ammalata e nemmeno morta come lei dubitava, ma che vive con un altro uomo diverso dallo padre-zio, col quale ha avuto un figlio. Il fatto la stupisce in quanto lo zio-padre era sterile. Scopre il così motivo del suo respingimento. La ragazza comincia a frequentare la scuola con diligenza, proseguendo fino al liceo. Andare però in città anche temporaneamente significa indispettire Adriana, che stanca del paese e della famiglia vorrebbe andare con lei, frequentare gli stessi luoghi. Per questa ragione si susseguono continui bronci e litigi fra loro, ma alla fine tutto si conclude con un lungo abbraccio conciliatore. Le due sorelle sono unite più che mai e in armonia fra loro. E’ un romanzo che esalta il forte legame della fratellanza soprattutto in età adolescenziale, dove la presenza e la vicinanza dell’una diventa la sicurezza dell’altra, per formare insieme una grande forza, segnatamente se la famiglia non rappresenta più un modello e un importante strumento di crescita.