Dicembre 2013
“ La casa degli spiriti” di Isabel Allende
Con La casa degli spiriti la Allende si è affermata come una delle più importanti voci della letteratura sudamericana; il libro è una commistione tra realtà e fantasia, a partire dai persogli principali. Esteban Trueba, per esempio, non ha nulla a che vedere con la chiaroveggenza di Clara Del Valle, immersa in un mondo parallelo, di figure luminose, di mutismi, di spiriti, di visioni. Clara emana una luce che va al di là dell’umana comprensione, una luce che bagna chi le sta intorno con il lume della coscienza, e si propaga anche fuori dalla carta, la quale rappresenta solamente un veicolo tra la storia. È indubbiamente un romanzo di importante peso politico che riesce a descrivere, attraverso un linguaggio semplice, che a volte potrebbe apparire crudo, la realtà del genere umano, analizzando sia gli angoli più sensibili dell’animo, che quelli più spietati. Descrivendo il dolore, le passioni, il male, la dittatura, come un vortice travolgente, si spinge il lettore a proiettarsi in un altro mondo, il mondo di Clara, di Alba, della grande Casa dell’angolo e delle belle figure femminili che ne fanno da cornice. Molti i lettori concordi nel definire il libro una bel romanzo, una grande storia da leggere con passione; altri invece concordi nel non apprezzare appieno il testo proprio perché avvolto in questa atmosfera inafferrabile.