Dicembre 2012
“LO SPAZIO BIANCO” di Valeria Parrella
Maria è insegnante in una scuola serale di Napoli e vive da sola; tra una confidenza all’amico Fabrizio e un ballo in discoteca, trascorre i pomeriggi al cinema, dove incontra Pietro. I due si frequentano, hanno una relazione e Maria rimane incinta. Alla notizia, il compagno non ne vuole sapere, rifiuta di partecipare alla gravidanza, non vuole prendersi responsabilità e, quando la bambina nasce prematura, Maria deve affrontare il calvario dell’attesa completamente da sola. La nascita di un bambino prematuro spezza il naturale percorso di crescita di madre e bambino. Con l’interruzione -seppur transitoria- dell’evoluzione fisica della piccola creatura, si sospende anche la preparazione psicologica di chi l’ha portata in grembo fino a quel momento. Impotente di fronte ad un’incubatrice, Maria non può fare altro che rimanere in attesa: è “lo spazio bianco”. Libro ampiamente discusso dopo la lettura e ulteriormente confrontato dopo la visione del film, rimane, per una parte del gruppo, di difficile comprensione e non gradevole perchè molto lento. Difficile entrare nella psicologia di Maria e ancora più difficile nella psicologia della donna-madre. Il film ha comunque permesso ai lettori di tradurre con maggior chiarezza, attraverso le immagini, l’evoluzione della storia e di vivere “meglio” le emozioni della protagonista che ritrova la propria identità con la “seconda nascita” della bambina. Molto belle, nel film, le immagini che riportano il momento drammatico della nascita prematura di Irene e contemporaneamente vedono la protagonista recarsi all’ospedale perché la bambina è “staccata” dalla macchina e, finalmente “nasce”.