Novembre 2012
“ACCABADORA” di Michela Murgia
Il titolo del romanzo ACCABADORA di Michela Murgia, deriva dallo spagnolo acabar (finire) e nel caso dell’ accabadora significa “colei che finisce”.
Il romanzo è emotivamente forte ed ha molto coinvolto.
La discussione è stata completa e profonda da parte di tutti i lettori, le argomentazioni veramente valide e la discussione sulla figura dell’accabadora e del suo “operare” profonda.
All’inizio abbiamo creduto di parlare di eutanasia… ma poi ci siamo accorti che non è cosi: la protagonista del libro fa molto di più e mette tutti noi di fronte alla scelta di una possibile “non sofferenza” davanti al momento inevitabile della morte.
L’Accabadora è l’ultima madre, colei che aiuta a lasciare la vita, perchè se si ha bisogno d’aiuto per nascere, lo si ha anche per morire. Questa è la filosofia dell’anziana che esce di notte, avvolta nello scialle nero, sullo sfondo di una Sardegna degli anni Cinquanta dove ancora valgono leggi non scritte.
L’Accabadora” di Michela Murgia è un dipinto dove le parole oltrepassando il loro valore semantico per diventare colori e tratti di pennello, risvegliando immagini e sensazioni. Non è un libro che si legge, è un libro dove si entra in punta di piedi, dove lo stupore non ti permette più di lasciare la scena sino all’ultima pagina. E anche una volta chiuso il libro, la mente ritorna ancora sulle pagine, perchè quel che il romanzo è riuscito a seminare dentro difficilmente si dissolve.”