Maggio 2012
“IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D’AMORE” di Louis Sepulveda
Questo è il secondo libro a cui ci siamo avvicinati e, anche questa volta, il dibattito è stato acceso relativamente alla valenza del romanzo. Una critica decisamente negativa è stata fatta nei confronti del libro, paragonando il testo a una semplice rivista scientifica che parla di ecologia; naturalmente ribattute cruente ci sono state e hanno trovato voce in altri lettori a cui il testo è piaciuto. Relativamente alla scrittura tutti concordi nel riconoscere l’elevato livello di Erri De Luca rispetto a Sepulveda, che però premia per la chiarezza e la scorrevolezza del testo: il romanzo è carico di simboli che rappresentano la società attuale e per questo di facile presa. Interessante l’osservazione sulla possibilità di separare i vari personaggi, molto ben delineati, e farne dei piccoli ritratti, perfettamente indipendenti tra loro, e con una storia propria. Nel romanzo la lotta tra l’uomo e l’animale è stata violenta e l’episodio finale molto forte, ma emotivamente il testo ha colpito meno rispetto a quello precedente. Il messaggio che lo scrittore fa voluto trasmettere, infatti, non è quello della lotta tra l’uomo e l’animale, ma un altro, quello dell’importanza della lettura…!!! Bella la figura del vecchio cacciatore che trova conforto nella “lettura dei romanzi d’amore”… romanzi che devono essere rigorosamente tristi e pieni di lacrime… forse perché anche la sua vita è stata cosi…!!! La lettura è dunque per Antonio Josè Bolivar Proano una cosa molto importante ed è anche un antidoto contro la vecchiaia.
Bella la riflessione, uscita alla fine della serata, che afferma come ogni scrittore venga interpretato diversamente dai lettori: scrivere un libro significa anche che ogni autore sarà poi letto in modo diverso da ogni lettore.