Aprile 2012
“IL PESO DELLA FARFALLA” di Erri De Luca
La serata trascorsa a parlare del libro “IL PESO DELLA FARFALLA” di Erri De Luca ha portato alla luce diverse considerazioni che vale la pena di ricordare. Indiscusso lo stile dello scrittore che racconta di un uomo e di un camoscio facendo poesia: brevi episodi narrati con parole intense e ricercate costruiscono un romanzo trasformandolo in lirica. Difficile per alcuni cogliere la continuità del testo formato da questi frammenti ma, con pazienza, la lettura è stata comunque portata a termine e la discussione ha permesso a tutti di avvicinarsi all’autore.
Tutti concordi nel dire che l’uomo e l’animale sono icone usate per parlare della vita, del suo continuo sfuggire alla comprensione di entrambi, del suo essere una promessa non mantenuta e perennemente rincorsa. Non ci sono né vinti né vincitori, ma solo due re che si inseguono per tutta la vita, fino alla battaglia finale, dove sarà la morte a pareggiare la corsa.
Splendide le immagini della natura che da all’uomo e all’animale lo stesso riparo, lo stesso conforto, le stesse possibilità di riscatto.
Significativa la figura di un re supremo, artefice di tutto, spesso presente nel romanzo.
“Li trovò un boscaiolo in primavera, uno sull’altro, dopo un inverno di neve gigantesco. Erano incastrati da poterli separare solo con l’accetta. Li seppellì insieme. Sul corno sinistro del camoscio era stampata a ghiaccio una farfalla”.