Marzo 2013
“Il più grande uomo scimmia del Pleistocene” di Roy Lewis
Una famiglia di uomini vive nel pleistocene. Sotto la guida di Edward (il protagonista raccontato dal figlio Ernest) il loro livello di vita migliora in modo impressionante: Edward incoraggia gli altri a scendere dagli alberi, scopre come procurarsi il fuoco, insiste perché tutti abbiano una corretta posizione eretta, inventa nuove armi e trappole per la caccia, scopre come cuocere i cibi. Inoltre, obbliga i figli a sposare donne che appartengono ad un altro clan. Edward è convinto che le sue scoperte vadano condivise con gli altri gruppi di uomini-scimmia, e infatti insegna ai suoi vicini molte delle cose che ha imparato. Ernest però, spinto dalla moglie Griselda, considera pericoloso questo comportamento. Quando Edward arriva ad inventare l’arco e dice di voler diffondere questa nuova e straordinaria arma a tutti i gruppi di uomini scimmia, Ernest e Oswald decidono di eliminare il padre e lo uccidono, fingendo un incidente con l’arco. Il libro ha sorpreso tutti i lettori per l’idea centrale del racconto: il far passare tutta la storia dell’uomo come un evolversi naturale di eventi giganteschi che diventano semplici e naturali. Alcuni lettori hanno faticato a vedere la “comicità” il questo libro che sembra banalizzare la fatica delle conquiste del genere umano e contemporaneamente evidenzia le lotte di potere e supremazia degli uomini. Buona la scrittura fluida e essenziale.